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L’ESEMPIO DI UNA REGIONE CHE HA LA COMPETENZA 

IN TEMA D’ISTRUZIONE NON STATALE

Fonte: Repubblica – Palermo – Salvo Intravaia  articolo del 22 ottobre 2017

Scuola, caccia ai diplomifici: una scuola paritaria su tre non è in regola

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[…] dopo le prime ispezioni l’Ufficio scolastico regionale propone la chiusura di circa un terzo delle scuole visitate

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[…] L’accordo tra l’Ufficio scolastico regionale, che ha in dotazione gli ispettori per passare al setaccio le paritarie, e la Regione, che ha la competenza in tema di istruzione non statale ma che non ha in organico ispettori, prevede che a visitare le scuole saranno gli ispettori dell’Usr e che sulla base delle loro relazioni si provvederà a confermare o revocare la parità scolastica.

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La lotta ai diplomifici approda nell’Isola. Con due anni di ritardo rispetto al resto del Paese, partono i controlli anche nelle scuole paritarie siciliane. E dopo le prime ispezioni l’Ufficio scolastico regionale propone la chiusura di circa un terzo delle scuole visitate. I controlli sono previsti dalla riforma della “Buona scuola” proprio per rilanciare le paritarie sane. Ma in Sicilia la competenza sul tema è della Regione e l’iniziativa ha subito un enorme rallentamento. Al punto che le tre scuole paritarie di Acireale, Licata e Canicattì incappate lo scorso anno in una indagine della guardia di finanza che contesta a gestori, presidi e proprietari pesanti reati, come truffa, falso, abuso di ufficio e rivelazione di segreti di ufficio, continuano a funzionare indisturbate.

L’accordo tra l’Ufficio scolastico regionale, che ha in dotazione gli ispettori per passare al setaccio le paritarie, e la Regione, che ha la competenza in tema di istruzione non statale ma che non ha in organico ispettori, prevede che a visitare le scuole saranno gli ispettori dell’Usr e che sulla base delle loro relazioni si provvederà a confermare o revocare la parità scolastica. Le prime ispezioni sulle scuole superiori hanno portato a un risultato sorprendente. “Proporremo la chiusura di una decina di scuole sulle prime 34 controllate – spiega il direttore dell’Usr, Maria Luisa Altomonte – Abbiamo scoperto soprattutto una serie di istituti che presentavano la cosiddetta piramide rovesciata: troppi alunni nelle classi finali e pochi nelle prime classi”. Il che lascia presupporre che in molti casi si tratti di scuole alle quali si iscrivono soprattutto ragazzi che dopo una non felice carriera scolastica in altri istituti, cercano esclusivamente di conseguire il diploma.
 
E non è detto che le scuole a rischio siano terminate. Perché in Sicilia operano 211 istituti superiori paritari il 20 per cento dei quali non ha neppure le classi prime e seconde e funziona solo con terze, quarte e quinte. Per questa prima tranche di ispezioni “è la Regione che deve emettere il provvedimento di revoca della parità scolastica”, spiega la Altomonte. “Ma, in base all’accordo sottoscritto

con noi, dovrebbe attenersi al nostro parere. Solo in casi particolari può procedere in maniera diversa”. E cioè lasciare che la scuola continui ad operare come istituto del servizio pubblico. “Con questo lavoro – conclude il direttore degli uffici di via Fattori – ci allineiamo a resto d’Italia eliminando una serie di situazioni anomale. La paritarie hanno tutto il diritto di esistere e ci auguriamo che prosperino ma nel rispetto delle regole”.

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